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Si sale, verso la Villa Bardini, a piedi. Perché arrivare a La Leggenda dei Frati è bello farlo così. Come un tempo lontano, in cui si arrivava passeggiando dai piedi di Firenze di là d’Arno.

Ed in religioso silenzio, per ciò che non è solo un ristorante di eccellenza, ma una vera oasi di emozioni, sensazioni, innovazioni che lo chef Filippo Saporito, ed Ombretta Giovannini, sanno regalare ai loro ospiti.

La Leggenda dei Frati nasce a Abbadia a Isola, in provincia di Siena, per poi trasferirsi nel 2011 prima a Castellina in Chianti, e dal 2015 a Firenze all’interno di Villa Bardini, museo d’arte e dimora rinascimentale abitata nel secolo scorso dal collezionista Stefano Bardini. Un museo accessibile sia dall’esterno, che dall’interno del locale, magari accompagnati dallo stesso Chef, fino ad arrivare nella terrazza più suggestiva da cui ammirare Firenze in tutta la sua bellezza.

Un luogo incantato, con una proposta culinaria altrettanto importante e soprattutto innovativa, a pochi passi da Ponte Vecchio, immersa in un parco di quattro ettari a lato delle mura medioevali della città.

L’ingresso è regale, si apre a due sale del ristorante, arredate con opere d’arte, ospitate nelle scuderie della villa. Le ampie vetrate affacciano sulla terrazza ricca di vegetazione e sull’orto dello chef, di cui va molto orgoglioso. Le sue suggestioni sono, infatti,  ricche di questi prodotti spontanei e curati personalmente da Filippo. Durante le stagioni dal clima favorevole, si può accedere al dehors e godere di una location spettacolare, con vista mozzafiato di Firenze. Di recente il restyling, dalle pareti colorate che cangiano a seconda della luce, e dei bellissimi lampadari che regalano profondità e classe.

Filippo Saporito da sempre mette al centro della sua cucina l’eccellenza e la ricercatezza della materia prima, oltre che la sua simpatia e la spontaneità, la sua gioia di vivere. La sua grande capacità è quella di creare piatti abbinando le varie materie prime senza modificarne l’essenza ma cercando proprio di esaltarle attraverso ingredienti di qualità e della terra. Potremmo dire, con assoluta verità, che è capace di condurre per mano emozioni e cibo, collegati in modo intimo e profondo, capaci di creare esperienze sensoriali uniche, e soprattutto incise nella memoria per sempre.

Le ultime creazioni a destare stupore sono la cupola del Brunelleschi e la formella con l’effige del David. La prima: un’autentica opera d’arte ricoperta di cioccolato. Lo chef ha voluto sigillare all’interno della cupola la ricetta, lievemente rivisitata, dello zuccotto fiorentino, in collaborazione con un artigiano di zona che ha fatto i disegni per lo stampo. La seconda, di cioccolato bianco, ricorda quella che ormai nel mondo è l’immagine di Firenze, il David di Michelangelo. Opere d’arte dentro opere d’arte.

 Filippo Saporito, per nulla divo, con garbo, passione che ancora oggi dopo anni emerge, e quegli occhi ancora sognanti di un tempo, cerca di sperimentare e proporre sempre suggestioni di una cucina capace di sorprendere a ogni portata e, seppur figlia di innovate e sofisticate tecniche di preparazione, non intimidisce, convince e soprattutto abbraccia i sensi. Tutti i suoi piatti costruiti e presentati con grande cura, contemplano ingredienti che parlano di produttori attenti al buono, al sano e al naturale. “Il successo del Ristorante è fatto non da una singola persona ma da un gruppo coeso di professionisti, e soprattutto Ombretta mia moglie, musa ispiratrice , che hanno in comune l’amore per la materia prima e la sua lavorazione”, afferma. 

Eleganza e sobrietà, signorilità e bellezza si respirano anche nella sua squadra, attenta e capace. Ed il sorriso sincero di Filippo, genuino, accogliente fa da cornice a questa splendida realtà che definirla ristorante è riduttivo. Non lo è, è una esperienza sensoriale di altissimo livello, che osserva anche un po’ fiera ( e perché no?) la bellissima Firenze dall’alto, là dove sembra di toccare le stelle.

Antonella Gramigna